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Archive for October, 2019

• Un nuovo respiro •

O Sole di un Dio troppo distante,
le vedi, ora, le mie braccia tese?
Ormeggi, forse, la tua luce in altre imprese?

Io impreco e ti prego…
Fa che il figlio mio sia fatto pesce,

donagli branche d’un nuovo respiro
ed allora si, io a te miro.

Questo fondo d’acque salmastre
mi trattiene, vedi, in genuflessa postura
le mani aperte verso l’altura
immobili e forti contro le fredde correnti

se tu le vedi,

affidale alle onde e ai venti

dona il fiato anfibio al figlio mio

e alle altre genti.
.
* Ottobre 16, 2019 *

© FRANZ * Un navigatore cortese
https://infinitis8.wordpress.com/2019/10/16/un-nuovo-respiro/

*
#RIFLESSI: https://infinitis8.wordpress.com/category/riflessi/

*

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. . . Nell’importanza delle cose che non importano…

Non di questo mondo

Senti come non c’è.

In mezzo alle radure, nell’ erba.
Nei fiori dei mille pensieri.
Nei canti di campane.
Nelle pause del suono.
Alle finestre dei sorrisi dolorosi.

Nel sole che regna su questo mondo.
In tutti questi chilometri.
In un ghiacciolo alla menta.
Nell’ aria di questo aprile.
Nelle spine sui muri delle mulattiere.

Nel chiacchiericcio delle farfalle.
Nell’ importanza delle cose che non importano.
Nelle statue che non ti guardano.
Nel corpo che guardi.
E in quello che non vedi.

Nel non voler ritornare.
Nel non poter ritornare.
Nelle poesie mai scritte.
In un orologio che non c’è.
Nell’ ombra del mio albero.
In una gita al lago andando a cercare.
Al chiosco del mercato, bene in vista.
Nelle margherite al bosco.
Lungo le vie d’ acqua.
Nella tigre dai denti a sciabola a cui sei sfuggito.

Nel vociare delle massaie che non ci sono ai bordi del…

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Tempo…tempo…tempo…

. . . lo rammento: parevi immobile… sembri dire . . . presto, presto, questo giorno muore… presto…

Ettore Massarese

Tempo…tempo…tempo…

dio mio cos’è questo fluire?

E’ sordo e muto mentre scava

scava gallerie in labirinto di miniera

nel giro di sole da mattina a sera.

E tu… tu… vai… scivoli…

come un vagone su un inesorabile binario.

Curvi, scendi, sali, crolli

proprio tu che dicesti…

su questa ruota vorticosa salire mai volli.

Ma ci sei… e dici rallenta

lascia che  altri sguardi io senta…

vedi in quell’ansa nasce un bivio…

Svolta! ferma! Non fluire così violento

in altra stagione parevi immobile, lo rammento.

E no! Invece corri corri rulli snocciolando ore

e sembri dire:

“Come te,presto, questo giorno muore.

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. . . Non tardare a tornare… ti aspetterò …

Poesia in rete

Gëzim Hajdari, foto di Piero Pomponi

Non dimenticare di tornare.

Nelle valli cantano le raganelle,
della tua attesa trema la pelle dell’aria,
ruscelli di sole scendono per i sentieri.

Se vieni per la valle di pioppi,
rinfrescati alle sorgenti tra le rocce,
non ti spaventare, lì dimorano tortore e peligorghe.

Sdraiati sull’ombra odore di pesca,
con sassolini manda via il cuculo che intristisce
sulla ginestra fiorita.

Non tardare a tornare.

A metà strada ti aspetterò
con il mio cuore rosso nel palmo
avvolto con una foglia di gelso.

Gëzim Hajdari

da “Antologia della pioggia”, Edizioni Ensemble, Roma, 2018

∗∗∗

Mos harro të vish

Mos harro të vish.

Në lugina këndojnë veroret,
nga pritja jote dridhet lëkura e ajrit,
rrëkeza plot diell zbresin monopatit.

Nëse vjen luginës me kavakë,
freskohu te burimi shkëmbor,
mos u tremb, atje verojnë shaptore e peligorga.

Shtrihu paksa nën hijet me aromë dardhe,
me guralecë largoje…

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. . . qui è pieno di matti come me… tutti al pc… come se non avessero vita …

"...e poi Letteratura e Politica"

Un amico, uno davvero amico (si chiama Roberto), uno che dal tempo del governo Spadolini, vive in Canada, mi chiede, ora che è in pensione: “…se è il caso di tornare in Italia”. Oh, parole sue. Cosa faceva in Canada? Insegnava francese (ah, per la cronaca, conosce e parla bene altre 3 lingue più una: Inglese, Tedesco, Italiano e quella che serve là). No!!!, gli ho consigliato. Stai lì! Perché?

Allora. Caro Roby (io lo chiamo così), siamo ancora una colonia del Vaticano. Sì, adesso c’hanno messo uno che sfoggia povertà ogni volta che parla. Non fa un cazzo tutto il giorno, lo manteniamo noi e va in giro per 1/3 del Pianeta a dire che dio…insomma le solite banalità.

Inoltre, ricordati caro, che siamo ancora un’altra colonia: quella degli Usa: sai da te che significa: stelle, strisce (…di coca)… e si sprofonda.

Altra cosa. Sai anche che, o lo…

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• PETALI
.
… Padre errante in altri
sogni, evaso dal
tuo petalo in più …
.
… Mi hai sorriso
mentre mi cercavo
e ti sorrisi, figlio …
.
©️ 2019 Cipriano Gentilino
• PETALI
https://ciprianogentilinonuccio.wordpress.com/2019/10/19/petali/
• UOMINI
https://ciprianogentilinonuccio.wordpress.com/tag/uomini/
.
• MEMORY’S PETALS •
.
… Wandering father in others
dreams, escaped from
your extra petal …
.
… You smiled at me
while looking for me
and I smiled at you, son …
………………………………………………….

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• Madre e figlio •

. . . In onore di un bambino e di sua madre che si abbracciano in fondo al mare. 07.10.2019 + ∞
.
«Mamma, non riesco a dormire»

«Stai tranquillo figlio, è ora di dormire».

«Mamma, quando arriveremo?»

«Presto, arriveremo presto»

«Mamma, ci saranno bambini con cui giocare?»

«Certamente ci saranno! Giocheranno con te e tu gli insegnerai le tue canzoni e le tue danze»

«Mamma, gli piacerò, anche se sono nero e povero?»

«Lo faranno figlio, lo faranno»

«Mamma, papà ci sta aspettando là?»

«Non lo so, ma se potrà verrà»

«Mamma, perché papà non ci ha telefonato da quando è arrivato?»

«No lo so, caro, forse ha perso il cellulare nel mare profondo, vedi come è profondo»

«Sì, lo vedo»

«Riposa ora, bambino mio»

«Mamma, puoi cantarmi la mia ninna nanna?»

«Certo che posso, la sussurrerò al tuo orecchio, vieni più vicino a me…Thula thula thula sana thula mtana Thulu mam’ uzobuya ekuseni…»

• Ninna Nanna popolare sudafricana | Thula Sana | Thula Baba |

https://youtu.be/k03znbGf2vo
• Lullaby “Hush, Little baby”

«Mamma, che cosa è successo? Perché hai smesso di cantare? Che cosa è tutta quest’acqua? Dove sono tutte le persone che erano sulla barca?»

«Siamo arrivati, figlio mio, non avere paura»

«Mamma, non riesco a respirare, dov’è la terra?»

«Non c’è terra per noi, figlio»

«Perché mamma? E i miei amici, i miei giochi, le mie canzoni? Dove mi aspetteranno?»

«Nella meravigliosa terra dei tuoi sogni, figlio»

«Mamma, perché non canti più? Mamma, non riesco a dormire se tu non canti »

«Stai tranquillo, figlio. Riesco a vedere tuo padre laggiù»

«Oh, papà! Mamma, sta sorridendo? È felice di vederci?»

«Papà  non sta sorridendo, sta piangendo per noi perché non è questa la fine che voleva anche per noi»

«La fine, mamma?»

«Sì, questa è la fine, figlio. La fine»

Sangue, lacrime, speranze, sogni, preghiere, canzoni, danze, storie, futuro, presente, passato, famiglia, nomi, amici, volti, mani, corpi, occhi, pensieri, sentimenti, capelli, bocche, orecchie, nasi, sorrisi, ninna nanne… il tutto e il più annegato per sempre.

Che cosa resta?

Il dolore dell’assenza e la consapevolezza dell’inutilità delle nostre lacrime che scorrono da occhi che piangono sempre in ritardo, troppo in ritardo.

© LOREDANA DE VITA
https://writingistestifying.com/2019/10/16/mother-and-son/
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https://writingistestifying.com/
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. . . Trovato il barcone di migranti naufragato il 7 ottobre: attorno 12 cadaveri, anche una donna abbracciata a un neonato !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/15/lampedusa-trovato-il-barcone-di-migranti-naufragato-il-7-ottobre-attorno-12-cadaveri-anche-una-donna-abbracciata-a-un-neonato/5516767/?fbclid=IwAR1g1FQylXkyksKKektBPGxgUNKjwL_I9WTmeok2Lm8NL5Do5O8F9mdtIts

. . . + ∞
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Mother and Son

. . . « Mamma, non riesco a dormire » …

¿ Che cosa resta? ….. Il dolore dell’assenza e la consapevolezza dell’inutilità delle nostre lacrime che scorrono da occhi che piangono sempre in ritardo, troppo in ritardo… – Loredana De Vita

Writing Is Testifying

In honor of a child and his mother hugging each other at the bottom of the sea.

«Mum, I cannot sleep».

«Be quiet son, it’s time to rest».

«Mum, when will we arrive?»

«Soon, we’ll arrive soon»

«Mum, there will be children to play with?»

«Of course there will! They will play with you while you will teach them your songs and your dances»

«Mum, will they like me, however I’m black and poor?»

«They’ll do son, they’ll do»

«Mum, is dad waiting for us there?»

«I don’t know, but if he can he will come to us»

«Mum, why hasn’t dad phoned us since he left?»

«I don’t know, darling, maybe he lost his mobile in the deep water, you see how deep it is»

«Yes I do»

«Rest now, my little baby»

«Mum, can you sing me my lullaby»

«Of course I can, I’ll whisper it to your…

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. . . fissavo… accarezzavo l’orizzonte… un’aspra nostalgia tremula, azzurra: e mi piaceva piú del mare vero…

Poesia in rete

Édouard Boubat, Portugal, 1956

Ricordo che, quand’ero nella casa
della mia mamma, in mezzo alla pianura,
avevo una finestra che guardava
sui prati; in fondo, l’argine boscoso
nascondeva il Ticino e, ancor piú in fondo,
c’era una striscia scura di colline.
Io allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un’aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l’orizzonte;
socchiudevo un po’ gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei colli si spianava,
tremula, azzurra: a me pareva il mare
e mi piaceva piú del mare vero.

Antonia Pozzi

Milano, 24 aprile 1929

da “Parole: diario di poesia”, “Lo Specchio” Mondadori, 1964

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