*Lunghe attese che sembrano far dimenticare il futuro …
Chiedo ai sassi che nome vogliono
Non so se è caso, ma questa pandemia ci ha reso raffinatissimi virologi, superbi epidemiologi, ci ha fatto dono di linguaggi forbiti, pulsioni esterofile. Che pure al baretto da Piero, che una volta era luogo elettivo di mescita e caffè, ora altro non si sente che di resilienza, hub, booster. A proposito di quest’ultimo, che pensavo fosse solo terza dose, m’ha lasciato dolorante per due giorni, che pareva che fossi posseduto da formiche proiettile. Poi, fortuna volle, ebbe fine il supplizio, sì da permettermi viandanze tra il vicolame desertificato, a memoria di pulsioni vitali a zampe d’elefante. Mi verrebbe di descrivervi questo viaggio all’interno d’un paraggio, ma è cosa che già feci in altro momento postperipatetico, e scriverei uguale al già scritto. Così riciclo, che non si butta niente, pure cambio le foto, che ve le aggiorno, e vi do musica d’accompagno a viaggio.
Viviamo, è vero, ma soprattutto finiamo…
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Finiamo purtroppo, è la nostra unica certezza!