. . . per non ascoltare più il mondo che urla …
Ci sono giorni che piegano la mia schiena,
la testa tra le gambe e le mani sulle orecchie
per non ascoltare più il mondo che urla.
Tutto tace e tutto scompare dalla vista
sono il naufrago incredulo del suo destino
sulla spiaggia virginea di un’isola sperduta
lontano da tutto e da tutti, o forse no!
Nelle notti di plenilunio come questa
le ombre leggere sulla sabbia cambiano,
prendono la tua forma e con le dita
ne percorro il profilo disegnandoti.
In piedi, osservo la tua figura
compagna fissa dei miei pensieri.
Quando muore il mio interesse al vero
ti fai presenza costante nel mio cuore
nella mia testa, nelle mie viscere,
nella mia voce, nei miei gesti.
E io torno a raddrizzare la schiena
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